Riduzione del buono mensile ai celiaci
In Italia abbiamo circa 200.000 celiaci diagnosticati, secondo l’ultima Relazione annuale al Parlamento sulla Celiachia. I celiaci diagnosticati hanno diritto ad un buono mensile che permette di ritirare, gratuitamente, alimenti specificamente formulati per loro. Tali soglie variano in funzione del sesso e dell’età.
Periodicamente queste soglie sono revisionate. Il prossimo incontro in cui si discuterà di queste soglie è fissato per domani, 21 marzo, in occasione della riunione della Conferenza Stato Regioni.
Conferenza Stato Regioni
La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano opera nell’ambito della comunità nazionale per favorire la cooperazione tra l’attività dello Stato e quella delle Regioni e le Province Autonome, costituendo la “sede privilegiata” della negoziazione politica tra le Amministrazioni centrali e il sistema delle autonomie regionali.
Questo organo dello stato si riunirà il 21 marzo per discutere diversi argomenti. Al punto 2 dell’ordine del giorno (leggi qui) si parlerà del parere sulla revisione dei buoni mensili erogati a favore dei celiaci. Questo argomento è stato già discusso nel Consiglio dei Ministri il 12 marzo scorso, dove era stata esaminata la proposta del Ministero della Salute (leggi qui) con relativo Decreto Ministeriale.
Limite spesa mensile per celiaci
Nel Decreto Ministeriale approvato il 12 marzo scorso, e inviato alla Conferenza Stato Regioni, la parte sostanziale è quella relativa all’Allegato I del Decreto, in cui viene modificato il buono mensile.
Cosa cambia?
In realtà questo decreto ridistribuisce i fondi con una più equa ripartizione. La differenza rispetto al passato è riscontrabile nelle quote dei celiaci maschi, con differenti soglie in funzione dell’età.
Il fatto che il Ministero della Salute abbia messo mano a questa revisione è sicuramente un primo segnale di attenzione verso un argomento delicato come quello dell’erogazione del buono mensile ai celiaci.
Come già avevo scritto nell’ottobre 2015 su Nonsologlutine (leggi qui), credo sia necessaria una revisione più profonda dell’emissione di questa forma di supporto all’alimentazione senza glutine prevista per i celiaci, unica terapia attualmente valida per contrastare questa patologia.
Credo che il prossimo Governo debba riflettere in maniera seria su questo argomento, affrontando la materia con lungimiranza. Oggi è necessario mettere in campo strategie che tutelano non solo i celiaci attualmente diagnosticati, ma che guardino con attenzione ai circa 400.000 celiaci che non hanno ricevuto diagnosi. Il lavoro da effettuare in questo settore deve essere soprattutto preventivo. Con una politica corretta, possiamo avere un giusto utilizzo dei soldi pubblici nella direzione della tutela generale della popolazione.
20 Marzo 2018 @ 14:48
Secondo me va diminuito ho aumentato in base al reddito!!!!
20 Marzo 2018 @ 17:11
Forse la soluzione migliore potrebbe essere l’abolizione, se potesse servire ad abbassare i prezzi.
20 Marzo 2018 @ 20:28
Intanto non ho mai capito perché alle donne tocca un ticket di importo inferiore a quello spettante agli uomini. Poi, non capisco perché dopo i 65 anni si debba percepire un ticket di importo inferiore. Ancora, mi chiedo se i cosiddetti “Organi Preposti” si sono mai chiesti come sia la qualita’ di vita di un celiaco. Propongo a tali “Organi Preposti” di provare almeno per un anno a fare la vita da celiaci e solo dopo potranno dire se tali importi sono adeguati o no!
22 Marzo 2018 @ 8:52
Gli importi sono legati al fabbisogno giornaliero delle persone, che cambia in funzione del sesso e dell’età. In funzione di questi valori, viene calcolata la percentuale di prodotti sostitutivi di quelli contenenti glutine che devono essere inseriti in una dieta equilibrata.